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Stranieri in classe: tra proposte di limiti e polemiche, l’Italia dibatte sull’integrazione scolastica

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Durante la sua partecipazione a “Porta a Porta”, Matteo Salvini ha sollevato una controversa questione, suggerendo l’introduzione di un limite massimo per la presenza di studenti stranieri nelle aule scolastiche, proponendo una soglia del 20% per favorire l’integrazione e il benessere di tutti gli studenti.

Valditara e la politica sugli studenti stranieri

Questa iniziativa è stata rapidamente appoggiata e amplificata da Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e membro della Lega, il quale ha enfatizzato l’importanza di una predominanza di studenti italiani per facilitare l’assimilazione dei valori costituzionali tra gli alunni stranieri.

Per il Ministro, un percorso educativo che rinforzi la lingua italiana per chi non la padroneggia, insieme a un’immersione profonda nella storia, letteratura, arte e musica nazionali, oltre al coinvolgimento dei genitori nell’apprendimento culturale e linguistico, senza isolarsi in comunità chiuse, è cruciale. Valditara evidenzia in ogni caso che è questa la direzione verso cui il Ministero intende procedere, per costruire un tessuto sociale coeso.

L’attuale normativa scolastica sugli stranieri

Tuttavia, un decreto emanato a gennaio 2010 dal Ministero dell’Istruzione, allora sotto la direzione di Mariastella Gelmini, stabilisce già un limite: nelle classi, la quota di studenti stranieri con competenze linguistiche italiane limitate non deve eccedere il 30% del totale degli iscritti, sia a livello di singole aule che dell’intero istituto, sebbene siano previste alcune eccezioni. Durante l’anno accademico 2021/2022, è emerso che il 7,2% delle scuole italiane superava questa soglia.

Le opposizioni insorgono per le parole del vicepremier

Le proposte di Valditara e Salvini sulla questione degli studenti stranieri nelle scuole hanno scatenato le ire dell’opposizione. Elly Schlein, ha accusato Salvini di voler escludere dall’istruzione i figli di genitori non italiani, criticando un’apparente ossessione della destra al potere verso i minori. Ha messo in discussione la negazione dell’istruzione, un diritto garantito dalla Costituzione a chi è nato e cresciuto in Italia, sottolineando che l’adozione dello Ius Soli renderebbe italiani tali bambini. Ha inoltre evidenziato che, nonostante il richiamo alla Costituzione da parte del ministro, sembra esserci una mancanza di comprensione e impegno verso il suo insegnamento, definendo questa tendenza come pericolosa. Schlein ha ribadito la necessità di maggiori risorse e investimenti per le scuole, respingendo le ideologie nazionaliste e sostenendo che l’inclusione non si ottiene escludendo.

Le critiche si estendono anche al Movimento 5 Stelle, il quale ha attaccato la maggioranza e la Lega per l’uso strumentale della scuola a fini propagandistici, insinuando che le proposte avanzate avessero sfumature razziste. Hanno messo in luce l’impraticabilità del limite proposto, sottolineando come non tenga conto delle realtà variegate delle istituzioni scolastiche e delle zone geografiche, oltre al fatto che molti degli studenti in questione sono di fatto italiani, sebbene di origine straniera, rimarcando che non è giusto attribuire le difficoltà scolastiche alla loro presenza.

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