“Tra Guerra e pace: La RDC sotto assedio dei ribelli”

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Il Ritiro di João Lourenço dai colloqui di pace :

Il 18 Marzo scorso, il presidente João Lourenço, dopo aver assunto la presidenza come mediatore ai negoziati di pace tra il governo della Repubblica Democratica del Congo e i militanti sovversivi appartenenti al gruppo M23 aiutati da militari ruandesi, si ritira dai colloqui. Tale scelta, sarebbe stata presa per una serie di fattori estranei al processo africano in corso. Il futuro mediatore, sarà supportato dalla Comunità di Sviluppo dell’Africa Australe, dell’Africa orientale come la EAC e da organizzazioni regionali come la SADC. L’interuzzione improvvisa delle consultazioni diplomatiche, non faceva sperare in alcun nuovo punto di incontro tra le due parti offese, ma il Qatar, dall’emiro Tamim Ben Hamad Al Thani, è riuscito a organizzare un incontro tra i due presidenti Félix Tshisekedi della RDC, e Paul Kagame del Ruanda. In tale contesto i due capi di Stato hanno riaffermato il loro impegno per un cessate il fuoco immediato e incondizionato, concordando anche un primo ritiro delle truppe antigovernative da Walikale. Il 23 marzo, l’M23 ha occupato Walikale, l’ultima traguardo prefissato nella sua offensiva nell’est della RDC, che dall’inizio dell’anno ha già portato alla conquista di Goma e Bukavu, le due principali città del Congo orientale.

Verso un governo nazionale inclusivo:

In questo clima di tensione, su iniziativa del presidente Felix Tshisekedi, sono iniziate le consultazioni per la formazione di un governo nazionale, nel quale verranno coinvolti i politici della maggioranza, dell’opposizione e la società civile. Il disastro umanitario nella RDC è una delle peggiori crisi al mondo, figlio di un conflitto armato le cui radici sono radicate nella storia orientale del paese dove altri 100 gruppi armati si contendono le risorse minerali da oltre 30 anni.

Il disastro umanitario e le radici del conflitto:

Le origini del conflitto sono da ricercarsi all’inizio dell’anni 90, quando il genocidio del Ruanda, portato avanti da milizie armate Hutu e militari ruandesi contro il gruppo etnico dei Tutsi, portò alla morte di circa 800 mila persone e 2 milioni di sfollati sia nei paesi limitrofi, sia nella regione del Nord Kivu della R.D.C. È proprio in questa località che il gruppo M23 ha le proprie radici, nato per difendere la popolazione Tutsi e di lingua ruandese perseguitati dallo stesso governo di Kinshasa e dai gruppi armati Hutu fuggiti dal ruanda. L’aperto sostegno del governo congolese a queste milizie criminali è una delle principali istanze presentate come prova di sfiducia del governo di Kigali, il quale ha sempre rivendicato la necessità di dover proteggere dalle violenze e dalle discriminazioni le popolazione Tusti, al punto da sostenere, in maniera velata, l’M23. Il gruppo era già ben radicato nei conflitti che avevano interessato l’area del Nord Kivu e deve il suo nome alla data dell’accordo firmato nel marzo del 2009 tra il governo congolese e il Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo, uno dei tanti gruppi armati attivi all’inizio degli anni Duemila.Sulla base di questo accordo i combattenti del CNDP sarebbero stati inquadrati nei corpi di polizia e nell’esercito congolese, mentre l’ala politica del CNDP sarebbe divenuta un partito politico ufficialmente riconosciuto da Kinshasa. Tuttavia nel 2012 una fazione interna al CNDP ha denunciato una presunta ed insufficiente implementazione dell’accordo di pace, dando vita al movimento armato. Nel corso degl’anni si sono succeduti diversi accordi tra stato e ribelli, ciascuno dei quali non duraturo, portando in conclusione alla conquista della maggior parte dell’area nord orientale del paese. M23 avrebbe messo in piedi, dopo aver preso il controllo della miniera di Rubaya e di altre cave , un sistema di saccheggio del coltan, che verrebbe poi contrabbandato attraverso il Ruanda per poi essere immesso nella catena di approvvigionamento regolare di questo e di altre sostanze minerali.

La conquista di Goma e le vittime civili:

Uno dei maggiori traguardi dei ribelli è per l’appunto la conquista del capoluogo della regione, Goma, grazie anche all’appoggio di alcune fazioni dell’esercito ruandese. Nella città si sono contate a decine di migliaia le morti tra i civili e 13 sono stati i soldati delle forze di pace uccisi durante gli scontri. Sarebbe stati catturati e poi costretti a lasciare la città anche 300 foreing fighters europei di origine rumena.

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