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ZES Unica: ecco gli emendamenti proposti dall’Intergruppo parlamentare “Sud, aree fragili e isole minori”

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Sul tema delle zone economiche speciali, dibattuto anche al meeting, dell’Unione dei Giovani Dottori Commercialisti che  si è svolto ieri pomeriggio a Nola (Napoli) presso il Centro Congressi dell’Interporto, si registrano anche riserve e proposte di modifica al decreto che ha istituto la ZES Unica Mezzogiorno ed alla stessa legge di bilancio.  Richieste  che vengono sia da imprese ed operatori di settore che dalle forze politiche.

Su quest’ultimo fronte, tra gli altri, si registrano  gli emendamenti all’art.52 della Legge di bilancio, proposti da alcuni  parlamentari, appartenenti all’Intergruppo “Sud, Aree fragili ed Isole minori”,  che lunedì scorso sono stati depositati in Senato. Si tratta di emendamenti che, in larga parte, oltre a tendere ad assicurare la copertura della misura anche per le due  annualità successive al 2024 (che per il momento risulta l’unica per la quale è prevista una copertura finanziaria),  mirano a tutelare le aree interne e le isole minori ed il tessuto produttivo qui presente, costituito prevalentemente  da micro e piccole imprese.

In particolare, un primo emendamento all’art.52 della legge di bilancio,  elaborato sempre con il contributo del tavolo tecnico dell’Intergruppo Parlamentare “Sud, Aree fragili ed Isole minori”, mira  assicurare il finanziamento del credito d’imposta, oltre che per il solo anno 2024,  che attualmente è l’unico previsto nel limite di spesa complessiva di 1.800 milioni di euro, anche per le  due  annualità successive,  da finanziare, senza oneri per la finanza pubblica, con le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), ma solo nell’ipotesi in cui non sia garantita la copertura dal bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026.

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L’obiettivo è quello di consentire alle imprese di poter pianificare gli investimenti su base pluriennale, almeno nelle due annualità successive al 2024.

Con un secondo emendamento all’art.52 della legge di bilancio    (con ciò  modificando il comma 2 dell’articolo 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124), i parlamentari dell’Intergruppo intendono – invece – fare chiarezza in ordine alla effettiva  ammissibilità alle agevolazioni anche per gli investimenti riferiti all’acquisizione di  immobili  strumentali, anche se non di nuova costruzione, comprese le spese occorrenti per la loro ristrutturazione, ammodernamento  e adeguamento strettamente funzionale all’attività produttiva, in modo da recuperare, riconvertire  e riattare i numerosi opifici industriali  non più in produzione e/o dismessi o in abbandono, presenti sul territorio. L’obiettivo è di realizzare, al contempo,  interventi  di rigenerazione ambientale ed urbana e di sfruttare  la rete delle infrastrutture e dei servizi già presenti nelle aree industriali e produttive.

Con un terzo emendamento, elaborato sempre con il contributo del tavolo tecnico dell’Intergruppo Parlamentare “Sud, Aree fragili ed Isole minori”, si intende adeguare il sistema di incentivi, previsto dal decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, (modificando il comma 4 dell’articolo 16) alle peculiari caratteristiche del tessuto produttivo presente nelle otto regioni meridionali, costituito in massima parte da micro e piccole imprese,  prevedendo per queste una soglia  minima di investimento più bassa (150.000 euro, anziché 200.000 euro). Inoltre, al fine di tutelare le aree più fragili del Mezzogiorno, i parlamentari dell’Intergruppo richiedono  che, in ogni caso, i progetti effettuati nelle aree classificate come  SNAI, di cui alla Strategia Nazionale per lo sviluppo delle Aree Interne, potranno essere, comunque,  agevolabili se di importo non inferiore a 80.000 euro con inoltre la possibilità di prevedere nel piano strategico della ZES Unica, predisposto dalla Cabina di regia ZES, un sistema premiale per gli investimenti realizzati in queste aree.

Infine, un quarto emendamento, all’articolo 52 della legge di bilancio, elaborato sempre con il contributo del tavolo tecnico dell’Intergruppo, prevede di annoverare, tra gli investimenti e gli interventi prioritari da realizzare per rimuovere gli svantaggi dell’insularità nelle regioni Sicilia e Sardegna, anche  le isole minori, in coerenza con quanto previsto dall’articolo 119, sesto comma, della Costituzione.

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